Il gruppo Api Urbane Garbatella (AUG) nasce all’interno degli Orti Urbani del VIII Municipio di Roma, iniziando la sua attività nel mese di maggio 2017 con l’installazione delle prime due arnie Top-Bar.
Per meglio descrivere lo spirito a partire dal quale è nato il progetto, abbiamo deciso di rispondere collettivamente a quattro semplici domande.
Perché allevare api?
Abbiamo deciso di avvicinarci al mondo dell’apicoltura perché molte specie di api nel mondo, e sopratutto in America ed Europa, sono a rischio estinzione, e la loro scomparsa porterebbe a conseguenze gravissime sull’intero ecosistema. Le api sono infatti capaci di regolare il ciclo della fioritura e, di conseguenza, la capacità delle piante stesse di riprodursi.
Senza le api, insomma, la sopravvivenza di un’immensa quantità di specie vegetali e di conseguenza anche di tante specie animali – uomo compreso – sarebbe a rischio. Riteniamo che le api rappresentino un punto di partenza per rivedere il nostro rapporto con la natura: in quanto specie a rischio ci chiedono di compiere scelte responsabili e sostenibili.
Perché fare apicoltura in città?
In città le api trovano paradossalmente un’oasi molto differente rispetto al contesto tipico dell’agricoltura industriale, la quale fa uso ed abuso di fitofarmaci. In città infatti le api si nutrono all’interno dei parchi, sugli alberi nelle nostre strade, nelle nostre terrazze e nei nostri orti. Nell’ambiente urbano le api trovano grandi varietà e disponibilità di fiori di specie e tipologia diversa, tanto che si ritiene che la quantità di miele prodotto da una famiglia di api in città sia superiore a quello prodotto in aree rurali.
La pratica dell’apicoltura urbana è prassi consolidata in città come Parigi e Londra, perché non dovremmo farlo noi a Roma, l’unica capitale europea in cui la campagna entra nel cuore della città? Oltre al benessere delle api, la presenza di alveari in città aiuta a percepire lo spazio urbano come qualcosa che non è totalmente alieno o lontano dai ciclo e dai ritmi della natura.
Perché abbiamo scelto di utilizzare arnie Kenya Top-Bar?
L’arnia Kenya Top-Bar (TB) è un’arnia molto semplice e facile da gestire (ad es. non richiede lo smielatore per separare il miele dai telaini), più adatta alle esigenze delle api che alla maggiore produzione di miele. Abbiamo scelto questo tipo di arnie perché in questa esperienza non siamo interessati al risultato immediato e al prodotto finale, ma al benessere dell’ape e al percorso da compiere per raggiungerlo.
Nelle TB le api costruiscono le celle delle dimensioni che vogliono, allevando tutti i fuchi che vogliono, i favi sono costruiti dalle api stesse rispettando il normale flusso d’aria che c’è nelle arnie naturali. In questo modo le api si stressano meno e ci sono parse da subito meno aggressive, presentando un comportamento docile come quello che avrebbero in natura. Questo è un aspetto molto utile per l’insegnamento e l’avvicinamento dei più piccoli, per sfatare le paure di molti, e per limitare le precauzioni necessarie ogni qual volta si deve ispezionare l’alveare.
Un altro punto di forza delle arnie TB è costituito dal fatto che si prestano bene alla pratica dell’autocostruzione, questo ci ha permesso di abbattere i costi necessari ad avviare l’attività del gruppo.
Perché una gestione collettiva?
Mentre un apicoltore professionista può gestire un centinaio di arnie, noi siamo una dozzina di aspiranti apicoltori per sei arnie. La gestione collettiva è una maniera per complicarsi la vita, ma anche un’occasione di confronto e di condivisione di piccole esperienze in un mondo a noi sconosciuto fino a ieri. La dinamica di gruppo aperto con la quale abbiamo affrontato da subito l’esperienza ci ha consentito di imparare meglio stando insieme, condividendo saperi ed esperienze, permettendo a chiunque di avvicinarsi al mondo dell’apicoltura per poi decidere se a proprio agio ed in che modo contribuire.
Per maggiori informazioni e per partecipare alle attività del gruppo AUG visita il nostro blog o scrivici una mail a: apiurbanegarbatella@gmail.com