Noce

Il noce è uno dei più antichi alberi da frutto conosciuti e coltivati dall’uomo. Per le sue dimensioni maestose e la grande longevità, possiamo considerarlo i re degli alberi da frutto. Appartiene alla famiglia botanica delle Juglandaceae è una pianta originaria dell’Asia introdotta in Europa dai Persiani. Può arrivare anche ad un altezza di 20-25 metri, è in grado di vivere oltre un secolo. È un albero solitario, vale a dire che intorno ad esso non crescono altre piante. Questo fenomeno, chiamato allelopatia, è dovuto alla presenza nelle radici, nelle foglie e nella corteccia, di una sostanza tossica per le altre piante, chiamata juglone, che l’albero rilascia nel terreno.

Il nome del genere deriva dal latino Jovis = Giove, e Glans = ghianda, ghianda di Giove.

Il tronco del noce è davvero imponente (Il diametro può arrivare anche a misurare un metro.) .Molto solido, alto e dritto, conferisce all’albero il suo portamento maestoso.
È dotato di un’ampia chioma, che può raggiungere un diametro di 10 metri.
Le foglie sono di colore verde chiaro, di forma ovale e con margine intero. Sono imparipennate e riunite in gruppi di 6-7, con la foglia apicale sempre più grande delle altre.

Quest’albero è una specie caducifogliae monoica, vale a dire che porta i fiori femminili e maschili sulla stessa pianta; ha un apparato radicale molto espanso, con radici fittonanti.

Il frutto, ossia le noci, è rappresentato da delle drupe costituite dal mallo, cioè un esocarpo di colore verde, carnoso e fibroso. Il mallo annerisce quando il frutto è a piena maturità, liberando l’endocarpo, ovvero la noce vera e propria. L’endocarpo è il guscio legnoso che racchiude la parte commestibile, che è chiamata gheriglio.
Le
Noci sono considerate una frutta secca – anche se, come nocciole, mandorle e pistacchi, son o in realtà il seme della pianta -con proprietà davvero straordinarie e depositarie di sostanze nutritive importanti:sono ricche di grassi insaturi proteine sali minerali, come zinco,calcio, potassio, rame, ferro e magnesio vitamine tra le quali B1, B2, B6 ed E, antiossidanti, omega 3 e omega 6.

Coi frutti acerbi macerati nell’alcool raccolti il 24 giugno, la notte di S. Giovanni, meglio conosciuta come “notte delle streghe”, si prepara il nocino, un ottimo liquore aromatico e digestivo.L’albero di noci ha un grande valore anche per il suo pregiato legno, duro ed eterno.

La leggenda narra che durante la notte di San Giovanni le streghe, a capo delle quali vi era Diana, sciamassero a migliaia nei cieli recandosi al gran sabba che si teneva sotto il noce di Benevento. Pare che l’albero fosse molto vecchio: nel VII secolo, sotto il regno di Costante II, il vescovo Barbato l’aveva fatto sradicare per troncare alcune pratiche pagane che venivano celebrate in onore di qualche dea lunare.
La convinzione che
streghe e demoni prediligessero il noce per i loro sabba era diffusa in tutta Italia. A Roma una leggenda narra che la chiesa di Santa Maria del Popolo fu costruita per ordine di Pasquale II nel luogo in cui precedentemente vi era un noce, luogo di ritrovo per migliaia di diavoli che danzavano nel cuore della notte. Anche a Bologna si credeva che le streghe si riunissero sotto queste piante.

Nella mitologia greca il noce era legato al dio Dionisio. Si racconta infatti che Dionisio ospite del re Dione della Laconia si innamorò di una delle tre figlie. Caria, questo il suo nome, contraccambiò l’amore, ma le sue due sorelle gelose iniziarono a fare pettegolezzi sul dio Dionisio che inferocito le fece prima impazzire e poi le uccise. Per il dolore Caria morì e Dionisio ancora innamorato la trasformò in un albero di noce che potesse produrre frutti fecondi.I Laconi fecero costruire un tempio e al suo ingresso misero delle statue scolpite in legno di noce raffiguranti le tre sorelle che furono poi chiamate Cariatidi, ed ecco il significato della parola Cariatide.