Pruno

Il pruno (o susino) è una pianta appartenente alla famiglia delle Rosacee e al genere Prunus, lo stesso al quale appartengono alberi da frutto quali l’albicocco, l’amareno, il ciliegio, il mandorlo e il pesco.

Originarie del Caucaso, sono state coltivate nell’area del Mediterraneo a partire dal 150 a.C.
La storia della pianta infatti, ci narra che già ai tempi dei romani, la provincia “Narbonense” alle porte di Agenais, era particolarmente ricca di folte vegetazioni di prugna “Saint Antonin”, una varietà nota anche come prugna “Maurine”.
Ad espandere la coltivazione della susina in tutta l’Europa però furono i monaci Benedettini dell’Abbazia di Clairac.
Al ritorno dalla terza crociata innestarono una varietà di susine provenienti dalla Siria con una locale, dando vita a una diversità di frutti che si distinguono per forma, colore, dimensione e consistenza.

E‘ un Albero di medie dimensioni, con chioma allargata non molto fitta e rami piuttosto esili, talvolta intrecciati tra loro; fusto con corteccia grigio-bruna sfumata di rossastro, pubescente nei giovani rami, solcata negli esemplari adulti. Il legno profuma di mela.

Le foglie sonno ovali-lanceolate, di 5-9 cm di lunghezza, verde-intenso superiormente e pubescenti inferiormente, dentate ai margini, ottuse all’apice, piuttosto rugose e spesse.

I fiori, che spuntano prima delle foglie sono bianchi. La fioritura avviene nel periodo primaverile, i fiori possono essere di colore bianco o leggermente rosati.

I frutti, a parte qualche varietà sono generalmente ovaliformi con colore che varia dal giallo, verde, rosso e viola-blu. Spesso la polpa si stacca dal nocciolo ed è usata sia per il consumo fresco sia per l’essiccamento, è anche noto il loro potere lassativo e l’elevata quantità di zuccheri, che danno al frutto un ottimo valore nutritivo. Sono Ricche di vitamina A, vitamina K, beta-carotene, e di sali minerali come calcio, magnesio, fosforo, zinco e selenio ed antiossidanti.

Le proprietà lassative della prugna sono note da tempi immemorabili tanto da aver ispirato figure illustri del 1500: l’umanista Bartolomeo Sacchi (Platina) era solito dire che: “L’uso delle prugne, purché moderato, muove il corpo”.

Non dovevano certo essere la passione di Pellegrino Artusi, che bollava la conserva di susine come “la peggiore di tutte” o nel migliore dei casi come “una delle meno apprezzate”.

Il poeta cileno Pablo Neruda dedica nelle sue Odi elementari scritte nel 1954 intere poesie a diversi alimenti, tra cui ortaggi e frutta: limoni, cipolle, cocomeri, arance, carciofi. Anche alla prugna è dedicata una poesia, dove viene rappresentata come il frutto della memoria, perché il poeta, tenendone una tra le mani, rivive momenti della sua infanzia, ricordando le emozioni e le scoperte di quando era “un ragazzino silvestre”.
In Alto Adige la grappa alla prugna viene servita con una prugna secca all’interno del bicchiere.