Ulivo

“L’olivo è il più importante fra tutti gli alberi”: così scriveva, nel I secolo dopo Cristo, Lucio Giunio Columella, nel suo “De re rustica”, il più completo trattato di agricoltura dell’antichità.

L’ulivo è un arbusto sempreverde appartenente alla famiglia delle Oleaceae ha un tronco contorto dalle forme sinuose, che con l’età raggiunge dimensioni notevoli (fino ai dieci metri), piccole foglie allungate con pagina superiore di colore verde glauco e pagina inferiore più chiara. I fiori, piccoli bianchi e numerosi, compaiono d’estate, mentre i frutti, le olive, virano dal verde al nero a maturazione completa. Le radici sono possenti,rimangono in superficie e non vanno mai oltre i 100 cm di profondità. E‘ una pianta molto longeva: in condizioni climatiche favorevoli, infatti, un ulivo può vivere anche mille anni

I suoi frutti, le olive, sono principalmente impiegate per l’estrazione dell’olio e, in quantità minore e in relazione a precise specie di olive, per l‘impiego diretto nell’alimentazione. L’uso delle olive come frutti nell’alimentazione richiede però trattamenti specifici finalizzati ad addolcire il sapore amaro tipico dell’oliva.

L’olio d’oliva è ricco di grassi monoinsaturi e di acido oleico; svolge dunque un ruolo importante nella lotta di alcune patologie come il colesterolo cattivo.

Se la bacchiatura (ovvero la percussione con pertiche o bastoni dei rami carichi di frutti) era sicuramente praticata dagli Elleni, era a Roma fortemente sconsigliata, come assevera un passo pliniano sulla raccolta delle olive: « alcuni, per non spendere nel coglierle, aspettano che cadano da loro stesse. Quelli che in ciò vogliono usare la via di mezzo, le battono con le pertiche, ma fanno danno agli alberi, e all’anno che viene, e perciò gli olivicoltori hanno questa antichissima legge: “guarda di non tagliare né battere l’olivo”

Alcune indagini hanno fatto emergere che alberi del tipo “olea”, già dodici milioni di anni fa, erano presenti sulle coste del Mediterraneo, prima della comparsa dell’uomo sulla faccia della terra. Cinquemila anni fa, quando gli uomini inventano la scrittura, l’olio di oliva è già un prodotto prezioso

Nell’Atene classica l’olivo gode di una considerazione eccezionale: l’albero piantato sull’Acropoli dalla stessa dea Atena è il simbolo della città, ne incarna la sopravvivenza e la prosperità. Le leggi ateniesi proteggono gli olivi sacri (chi li estirpa può essere addirittura messo a morte!) Nell’Odissea, Penelope, all’indomani del ritorno di Ulisse, per fugare i dubbi sulla sua identità gli chiede di rivelargli il mistero del talamo nuziale, costruito sopra un bellissimo ulivo e noto solo a loro due e allo schiavo Actori;

Furono i Romani ad organizzare la distribuzione ed il commercio dell’olio in modo razionale. Frammenti di anfore olearie usate per il trasporto dell’olio proveniente dalla Penisola Iberica e dall’Africa, a Roma hanno formato una collina artificiale chiamata «Monte Testaccio»

Quando Cartagine fu sconfitta, vennero inviati al campo di Scipione una delegazione di dieci nobili accompagnati da un messo ornato con ramoscelli di olivo per chiedere la pace. Per gli antichi simbolo di gloria e di benedizione divina, fonte di legno da opera, di frutti per alimento, di olio per fare luce e per curare i malati, oggi simbolo di pace e prosperità, origine di alimento prezioso per le sue proprietà salutistiche.

Sono circa settanta le citazioni che se ne fanno nella Bibbia. Dal ritorno della colomba liberata da Noè all’arca con un ramoscello d’ulivo nel becco, l’olivo assunse un duplice significato: diventò il simbolo della rigenerazione, perché, dopo la distruzione operata dal diluvio, la terra tornava a fiorire; diventò anche simbolo di pace perché attestava la fine del castigo e la riconciliazione di Dio con gli uomini. Lo stesso nome di Gesù, Christos, vuol dire semplicemente unto.